sabato 13 aprile 2013

Toponomastica Sarda




MAMOIADA e MAMUTHONE (Toponomastica Sarda)
di Salvatore Dedola (2004)




Con la sua “Toponomastica Sarda” l’autore afferma di aver riempito un vuoto che sino a ieri sembrava incolmabile: un’opera che fa scalpore, che fa piazza pulita di tanti volumi che sono stati scritti a vuoto (letteralmente) per dimostrare ...l’intraducibilità di quasi tutti i nomi dei paesi della Sardegna. Secondo il Dedola i linguisti s’arrendevano perchè indagavano l’etimologia sulla scorta dei soli dizionari latino, catalano ed aragonese, dimenticando ben settecento anni di lingua fenicio- punica e non preoccupandosi di sapere quale lingua parlassero i Sardi prima dei Fenici. Erano paralizzati dall’asserzione del maestro della linguistica sarda, Max Leopold Wagner, secondo cui nella lingua sarda attuale non esistono altro che cinque termini fenici. Wagner aveva torto. In ogni modo tutto ciò non toglie che i suoi discepoli abbiano confuso due concetti che invece occorreva tenere distinti: quello di lingua e quello di toponomastica. Salvatore Dedola, linguista e geografo ambientale consente a qualunque studioso di riappropriarsi del metodo di ricerca. Infatti, mentre la lingua scorre come un fiume, il toponimo è la parola che s’arresta e si sedimenta, diventando predicato territoriale e comportandosi non più come semantema ma come segno semplicemente, come coordinata geografica, come reperto archeologico capace di narrare, per il momento in cui fu creato, degli sprazzi di storia locale, di economia, di religione, di società, di antropologia. Più o meno come fa il reperto archeologico: ma in più il toponimo ha il dono... della parola. Onde occorre indagare il toponimo con strumenti certamente simili a quelli dell’archeologo, ma inoltre servono gli strumenti della geografia storica, e quanto alle lingue, occorrono i dizionari di tutti i popoli che dalla notte dei tempi hanno influito sulla lingua locale: accadico, assiro, babilonese, ugaritico, aramaico, fenicio, ebraico, catalano, sardo-antico, spagnolo, italiano. Il Dedola ha sommato 1900 etimologie mai registrate e la sua Toponomastica Sarda diventa una pietra miliare che rende chiare le ragioni della nascita del toponimo, ed attraverso questo riesce a dare uno spaccato dell’economia e della società di 3000 anni addietro, arrivando sino al mitico livello linguistico-culturale degli Shardana, dei quali rivela oltre 750 lemmi. Il libro contiene una metodologia ambientale talmente rigorosa, che l’Autore si è rifiutato di sottoporre ad indagine i toponimi dei quali non conosce esattamente il sito e la configurazione paesaggistica. L’interessantissima indagine è basata non solo sulle lingue indoeuropee, semitiche, neolatine, ma anche su una cultura geografica nutrita di geologia, botanica, pedologia, paesaggio, storia, archeologia. L’uso del fenicio ha infine favorito l’Autore in un’impresa nella quale avevano fallito generazioni di orientalisti. Egli restituisce finalmente una lettura chiara e filologicamente corretta della celeberrima Stele di Nora, il documento scritto più antico del Mediterraneo centro- occidentale. Ecco cosa scrive lo studioso Salvatore Dedola nel suo libro “Toponomastica Sarda” a proposito del toponimo Mamoiada legato, secondo la sua tesi, a Mamuthone. Continua qui...

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