giovedì 9 maggio 2013

Il Bisso



Il Bisso ha una storia che si perde nella notte dei tempi. La Bibbia ne parla come tessuto del Re Salomone, della Regina Ecuba, così come pure Aristotele ne racconta… ma Io invece posso dire che ha fatto parte della mia vita e ne farà parte finchè vivrà e terrà fede al giuramento dell’acqua che lo accompagna.: Il passaggio e le consegne delle leggi della Maestria Avvengono attraverso un giuramento che ne vieta l’Utilizzo per arricchimento personale: Il Bisso È e deve rimanere Bene di Tutti come il mare.
Ponente, Levante, Maestro e Grecale
Prendete La mia anima e
Buttatela nel fondale
Che sia la Mia Vita
Per Essere, Pregare e Tessere
Per Ogni Gente
Che da me và e da me viene
Senza Tempo.Senza nome, Senza Colore, Senza Confini,
Senza denaro
In nome del Leone dell’Anima Mia e
Dello Spirito Eterno
Così Sarà.
Il Bisso è una fibra di origine animale di particolare pregio: Viene prodotta da un grande mollusco Bivalve presente nei fondali del mar mediterraneo: Il suo colore ambrato e scuro si modifica se viene esposto alla luce dove per effetto dei raggi del sole diventa oro. Mentre ai tempi di mia nonna, i pescatori pescavano le pinne e si aveva la possibilità di avere a disposizione grandi quantità di filato di lunghezza apprezzabile, utile a poter eseguire tessuti interamente lavorati per ordito e trama di Bisso: Il Bioccolo di seta, veniva estratto con uno strappo e fatto essiccare all’ombra in modo da poter eseguire una cardatura con cardi di ferro grossi e poter dopo la dissalatura della fibra, filarlo e ritorcelo con l’utilizzo di fusi pesanti e cannocchie dove la fibra veniva avvolta in quantità pari a 300 gr. Per volta per poter ottenere matasse di filato che fossero utili a stendere orditi lunghi fino a 17 mt. di lunghezza che servivano a costituire il letto dei fili che permetteva con trame diverse la Tessitura di teli di orbace utili a creare abiti di pregio inestimabile riservati a Papi e Regine o Capi di Stato. Naturalmente visto che Io desideravo,cercai di mantenere l’equilibrio tra mare e terra e di mantenere in vita sia la memoria storica del tessuto che Il rispetto per la natura. Dopo aver giurato a mia nonna e al mare che avrei continuato a conservare per tutti questa arte mi sono preoccupata per anni di studiare l’eco-sistema della mia Isola in maniera da scoprire che in particolari periodi dell’anno Il fango dei fondali della Laguna diventa morbido per le particolari condizioni climatiche e quindi è possibile estrarre l’animale senza fargli male ed è anche possibile tagliare la seta e rimettere a dimora l’animale senza danneggiarlo ottenendo in regalo dal mare quanto indispensabile a produrre tessuti di pregio inestimabile destinati al piacere di tutti ma riservati alla sola conservazione storica di questa arte: È stato infatti necessario modificare totalmente la lavorazione e la filatura della fibra. E’ anche ovvio che la lavorazione per la sua complessità e anti-economica ed è quindi impensabile vedere la possibilità di poter usare questo tessuto per un’eventuale commercio sia pure di alto livello. Ma del resto non è mai stato il mio intento, visto che ho preferito seguire le leggi della Maestria che impongono la sola conservazione di questo bene a favore di tutti: Nel Giuramento dell’acqua è chiaramente espressa la volontà di mantenimento di un’arte come bene dell’umanità e non come proprio consumo personale. Si può anche parlare in senso tecnico di cosa è necessario fare per trattare la fibra, ma e ovvio che non si può tradurre in parole un patrimonio gestuale così antico. Vi dirà quindi cercando di essere, chiara quali sono le operazioni alle quali la fibra viene sottoposta, ma chi volesse cimentarsi in tali fatiche,dovrà frequentare per anni, la bottega di un maestro per cogliere gesti e movimenti e poter i imitare.
Si può raggiungere in un anno una raccolta di seta di circa 600 gr. in un banco di pinne di età adulta di circa sette anni.
La seta và dissalata per un periodo di 25 gg.
Avendo cura di cambiare ripetutamente l’acqua dolce fino alla completa dissalatura.
La fibra viene posta ad asciugare all’ombra fino a quando è perfettamente asciutta.
Viene immersa in un bagno composto da vari elementi naturali che la rendono elastica e pronta alla lavorazione. Dopo questo trattamento si presenta lucida, e di un bel colore ambrato.
La fibra viene fatta asciugare in posto ventilato e ombroso perchè non si disidrati troppo.
Per la cardatura, viene utilizzato un cardo a spilli molto piccolo , utile a separare le fibre dalle eventuali minuscole alghe ancora presenti.

Per la filatura è invece indispensabile usare un piccolo fuso con la testa di diametro non superiore a cm3,5 e con una bacchetta non più lunga di 20cm.
La filatura è molto complessa visto che si devono concatenare fibre non più lunghe di 2 o massimo 3cm. Viene eseguita molto velocemente e per torsione con l’uso delle sole mani senza nessun ausilio per tenere la fibra e il risultato è eccellente sia per tenuta che per morbidezza.
La fibra così ottenuta è utile a esecuzioni di particolare pregio e può essere utilizzata in diverse metodologie di lavorazione: La tessitura di tessuti eseguiti con le unghie è ancora in auge nella mia stanza e può essere fruibile dal pubblico: Essa viene eseguita su orditi di lino e la battitura può avvenire solo con l’utilizzo di pettini di canna.



Abbiamo avuto il piacere di incontrarci in questo piccolo accesso alla mia vita di maestro di Bisso ma e ovvio che nulla può dare un così piccolo scrivere, per conoscere apprezzare e amare bisogna entrare nel mondo magico della Bottega dove l’arte vive senza la paura di essere venduta e dove l’incontro con chi la ama e la difende diventa… un momento da vivere che non può essere descritto neanche da un maestro.

                                                                                      Chiara Vigo

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