venerdì 10 maggio 2013

Sant'Antonio abate e il suo bastone di ferula.



Il 16 e il 17 Gennaio, in moltissimi paesi della Sardegna si festeggia Sant'Antonio abate, detto del fuoco o del porcellino.

Alcuni giorni prima della ricorrenza, si raccoglie la legna per formare una  catasta di legna a cui dar fuoco in onore del santo (anticamente -e nell'Interno ancora di recente- si tagliavano e si bruciavano vecchi alberi dal tronco cavo, le "tuvas", secondo un arcaico rito pagano di "rinnovamento" a cui si sovrapposero motivazioni religiose).
Dopo la benedizione sacerdotale, i falò  rischiarano e riscaldano la notte,e' l'inizio delCarnevale tradizionale: le maschere fanno la loro prima comparsa .  La gente intorno a "su fogaroni" chiacchiera, beve un bicchiere di buon vino, mangia i pani o i dolci preparati per l'occasione, suona balla o canta "is goccius de Sant'Antoni". E, sopratutto nei centri agro-pastorali, osserva la vigoria della fiamma e la direzione del fumo da cui trarre auspici per l'annata agraria.

Quando a fine nottata le fiamme saranno ormai esauste, in qualche paese si rinnoverà un'altra antica tradizione isolana: ragazzi o giovani coppie di fidanzati salteranno da un lato all'altro del falò tenendosi per mano, a sancire un patto indissolubile di "alleanza" o d'amore. Quasi un rito d'iniziazione per propiziare i vincoli sociali o il perpetuarsi della vita.
Al mattino poi, si raccoglieranno tizzoni o ceneri del falò benedetto, da conservare come "protezione" contro malattie delle persone o degli animali (Sant'Antonio del fuoco, amico del porcellino, pare conoscesse e applicasse da taumaturgo, le virtù terapeutiche del grasso di maiale. Con esso anche i Frati antoniani -Ordine istituito da Bonifacio VIII- solevano lenire i dolori degli ammalati di Herpes zoster, il "fuoco di Sant'Antonio" appunto).
Fino a una cinquantina di anni fa, il 17 gennaio si facevano ancora benedire gli animali domestici e si organizzavano importanti fiere di bestiame.





Il gambo del fiore di ferula, quando è ormai secco può diventare un ottimo bastone di sostegno per il viandante: molto robusto e resistente, e nello stesso tempo leggero. I pastori dell'Isola se ne servivano spesso durante la transumanza.

E proprio il bastone di ferula ha a che vedere con Sant'Antonio abate, quando -novello Prometeo- andò a rubare il fuoco all'Inferno per donarlo agli uomini.
E' questa una leggenda molto diffusa e conosciuta. Proverò a raccontarvene una versione sarda.


Quando ancora l'uomo non conosceva il fuoco, la Sardegna si ritrovò attanagliata in una morsa glaciale: la terra gelata non produceva più, le persone morivano di freddo e di fame.
Sant'Antonio, impietosito, decise di aiutare gli uomini e scese all'Inferno col suo bastone di ferula ed il fedele porcellino. 
Bussato che ebbe alla porta dell'Inferno con la scusa di voler contrattare il possesso di alcune anime, i diavoli -"annusata" la sua santità- gli impedirono di entrare a profanare il loro regno e senza tanti complimenti gli sbatterono la porta in faccia. 
Ma intanto il porcellino, già ben istruito alla bisogna dal santo, era riuscito a sgattaiolare dentro e in breve aveva messo a ferro e fuoco tutto "l'ordine costituito".
A tal punto che i diavoli, non riuscendo a fermarlo, furono costretti a far entrare il Santo perché lo quietasse e se lo portasse via.



Sant'Antonio entrò e con un cenno del bastone ammansì il porcellino, che si fermò accanto a lui.
Allora il Santo chiese il permesso di restare un po' lì a riscaldarsi, visto che ormai era entrato. E i diavoli, contenti di poter riprendere in pace il loro lavoro, glielo concessero.
Si sedette dunque su un sacco di sughero e quando i diavoli gli passavano davanti correndo indaffarati, assestava sulla loro schiena qualche energico colpo di bastone. Finché questi, irritati, glielo tolsero e lo gettarono di punta fra le fiamme.
Subito il maialino ricominciò a mettere in subbuglio gli arredi infernali e i diavoli lo inseguivano... lo inseguivano... senza mai riuscire a fermarlo!
"Se volete che lo faccia star buono, disse il Santo, dovete ridarmi il mio bastone". Avutolo, col solito cenno calmò il porcellino.

Ma il bastone era di ferula e il legno di ferula ha il midollo spugnoso. Quando una scintilla entra nel midollo, continua a bruciare di nascosto senza che fuori si veda.

Così i diavoli mandarono via i due scocciatori senza accorgersi che gli stavano rubando il fuoco.
Tornato sulla terra Sant'Antonio roteò in aria il prezioso bastone, intonando questa gioiosa benedizione

"fogu fogu, peri su logu // peri su mundhu, fogu jucundhu" 

( fuoco fuoco, per ogni luogo // per tutto il mondo, fuoco giocondo )

Dalla punta del bastone si sparsero dovunque le scintille e fecero ardere la legna.
La terra si riscaldò e dette i suoi frutti.
Gli uomini finalmente ebbero il fuoco e piano piano impararono ad usarlo.

                                                                                                                               Maura




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