martedì 20 agosto 2013

I popoli del mare e la Bibbia


I popoli del mare e la Bibbia 
di Leonardo Melis 
da www.antikitera.net

 Che c’entrano i Popoli del Mare con la Bibbia? Sembra molto, molto più di quanto si possa immaginare, parlando di uomini che, per la loro cultura di guerrieri professionisti, erano lontani anni luce dagli Ebrei che invece praticavano la guerra solo per necessità di sopravvivenza. Da secoli molto si è scritto sulla Tribù scomparsa di Dan. Alcuni studiosi l’hanno collocata persino fra i Pellerossa d’America. Altri in Etiopia, in Egitto e via dicen- do. Secondo il racconto biblico Dan era uno dei figli di Giacobbe, che insieme al padre e gli altri fratelli si trasferì in Egitto su invito di Giuseppe diventato un alto dignitario alla corte del faraone. Figlio di Bilhah schiava di Rachele.
Tracce di DAN, Nave con Bussola identica alle navi shardana (da: The Names of God); una navicella sarda in bronzo con installata la bussola a bordo.

 Giacobbe diceva di lui “E’ forte come un leoncello, astuto come il serpente, pense- rà lui alla salvezza”. A quale salvezza allude-va Giacobbe? Forse che l’antico patriarca aveva già previsto i fatti dell’Esodo? Non alla salvezza spirituale comunque, poichè Dan e la sua discendenza erano poco inclini alla fede nel Dio di Israele tanto che, appena poterono, si diedero all’' idolatria”(almeno così gli Ebrei chiamavano qualsiasi culto che non fosse quello di Jawhè). Dan, quindi, avrebbe pensato alla salvezza intesa come difesa dai nemici terreni, in primis gli Egiziani. Mosè sistemava la tribù di Dan a settentrione (con Neftali e Aser), quando Israele si accampava nel Sinai. E quando il popolo riprendeva la marcia, Dan fungeva da retroguardia (Numeri X: 25); il motivo di tutto ciò era il pericolo che gli Egiziani attaccassero, cosa che potevano fare solo arrivando da Nord via terra, essendo il Sinai una penisola circondata per tre quarti dal Mar Rosso. Ma Mosè aveva affidato loro anche il compito di “polizia militare”. Non dimentichiamo che, secondo la Bibbia, egli astutamente chiese al Faraone il permesso di andare nel deserto a fare un Sacrificio a Jawhè con tutto il suo Popolo e il Faraone, che non si fidava per niente, mandò loro die- tro un contingente di soldati che li seguì per lungo tempo. Ma “Il Liberatore” non doveva essere stato sincero neanche con molti dei suoi seguaci. Essendo, infatti, gran parte dell’indisciplinata moltitudine poco convinta di questo girovagare nel deserto, alcuni gruppi potevano tentare il ritorno in Egitto e qualcuno ci provò, come Datan e Core. Per questo Dan aveva in retroguardia il compito di “raccogliere”(Numeri: X-25), raccogliere cosa? Probabilmente i disertori. E sappiamo che svolsero sempre con scrupolo il loro lavoro, come del resto avevano sempre fatto anche quando erano al soldo di Ramses e degli altri faraoni, ma anche degli Ittiti e degli Assiri. Un altro importante compito diede loro Mosè: la costruzione nientemeno che dell’Arca dell’Alleanza! Compito affidato a Ooliab figlio di Achisamach, geniale artigiano, che insieme a Bezaleel di Giuda era definito da Mosè “Ideatore di progetti (Esodo XXXV: 35) che inoltre intesseva la porpora viola, rossa scarlatto e ricamava in bisso... (Esodo XXXV: 30, 35 e XXXVIII: 38, 23). I Daniti conoscevano la porpora 3-4 secoli prima dell’avvento dei Fenici! Non è un caso neanche che insieme a Ooliab di Dan, Mosè chiamasse Beezaleel di Giuda. L’astuto Patriarca a quanto pare si fidava ciecamente di questi due gruppi, o tribù, più che degli stessi Leviti. Vediamo perché: Dan fungeva da retroguardia e si accampava sempre a Settentrione, con Dan c’era la tribù di Aser e quella diNephtali, mentre Giuda si accampava a Levante. Con Giuda erano le tribù di Zabulon e di Issacar. 
Tracce dell'Esodo nel deserto (Menorah e stella di David) a Nahal Avedat (da: The Names of God).

Abbiamo affermato che per la posizione geografica del Sinai, il pericolo di un attacco da parte degli uomini del Faraone, che avevano continuato l’'inseguimento anche dopo il passaggio del Mar Rosso, poteva venire via terra solo da Nord, mentre eventuali altri nemici si trovavano verso Levante, dove comunque Mosè voleva condurre la moltitudine che l’aveva seguito. Quindi: Giuda guidava e Dan proteg-geva. Ma c’è di più: secondo alcuni studiosi altre tribù d’Israele, oltre Dan, appartenevano ai Popoli del Mare: Issacar e Aser erano Tjeker(i Teucri di Omero), Zabulon era Danai (cioè Shardana) (NB: Sappiamo per certo che in Palestina s’insediarono al tempo dell’Esodo i Phelets-Filistei, i Danen-Danai e i Tjeker-Teucri). Non solo, la Bibbia racconta anche delle virtù straordinarie di queste tribù: oltre le doti militari di Dan, parla esplicitamente dell’abilità nel commercio di Zabulon e della straordinaria conoscenza delle Leggi di Issacar. Tornando a Mosè egli poteva disporre quindi di quattro gruppi di armati: in testa Zabulon e Issacar, in retroguardia Dan e Aser, altro che popolo di mattonai e artigiani! G iacobbe diceva di Dan: come il serpente lasceranno la traccia, lui e i suoi discendenti, dove passeranno. Le parole pronunciate dal Patriarca erano ancora una volta profetiche, infatti, i Daniti avevano l’abitudine di imporre il loro nome ai luoghi del loro passaggio. Il Libano, la Siria, la Palestina e altri luoghi lontani conservano ancora la radice dan, don, din, dun quando non addirittura l’intero nome di Sher-Dan (principi di Dan), come Sar- denay, Zardana (Sardone dei Crociati), Sardanas (antica città presso Tiro). Cominciarono appena arrivati nella Terra Promessa: la parte della tribù rimasta (spieghiamo in seguito dove era finita l’altra parte) “Ebbe difficoltà a conquistarsi(?) il territorio assegnato, quindi attaccò la terra di Leshem e vi si stabilì chiamandola Leshem-Dan” (Josh. 19:47). Perché la Bibbia parla di una parte della tribù di Dan? E perché Dan non riuscì a conquistarsi” la parte spettante? Le altre tribù la ebbero dai territori precedentemente conquistati da Israele. Nell'Apocalisse si legge:(VIII: 3) “Non fate male alla terra e al mare, sino a tanto che abbiamo segnati nella lo-ro fronte i servi del nostro Dio. E udii il nu- mero dei segnati, 144.000 da tutte le tribù dè figlioli d’Israele”. Continua elencando 12.000 servi per ogni tribù, comprendendo Manasse ed Ephraim, ma non menzionando affatto Dan. Perché? E ancora nel Libro dei Re (XI:29-32 e 35-36) Achia prese il suo mantello e lo divise in 12 pezzi, quindi disse a Geroboamo: prendine 10 pezzi. Ecco dice il Signore: lascerò il regno a Salomone, ma darò a te 10 tribù e a lui lascerò una tribù per amore di Davide mio servo.” La tribù rimasta a Salomone era quella di Giuda. Perché ancora una volta sono nominate 11 tribù, qual è quella mancante? Ancora la Bibbia (su 1 Cronache) elenca le genealogie di Giuda, Ruben, Gad, Manasse, Levi, quindi le tribù del Nord: Issacar, Beniamino, Neftali, Manasse, Efraim e Aser. In tutto sono dodici, ma Manasse è ci- I figli di Giacobbe erano dodici: - Da Lia nacquero: Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon; - Da Rachele: Giuseppe e Beniamino; - Da Bilhah schiava di Rachele: Dan e Nephtali; - Da Zelpha, schiava di Lia: Gad e Aser. I n seguito per volere di Giacobbe furono in-clusi i figli di Giuseppe, (che quindi ebbe doppia porzione nella spartizione della terra Promessa). Escludendo quindi Giuseppe, il totale dà 13. 
 Altri graffiti del Negev riferiti all'Esodo (da: Names of the God) - Un mosaico con Bussola e Tanit - Sestante ritrovato a Cagliari e, sotto, la Bussola ricostruita da MARIO PINCHERLE e ripresa da Leonardo Melis nel suo libro su I POPOLI DEL MARE.

E’ però ancora più curioso no- tare che una volta partiti dall’Egitto, riferendosi a Manasse, la Bibbia parla sempre di mezza tribù, ma il termine non è mai riferito a Ephraim, mentre si parla di una parte della tribù di Dan. Di contro nel libro di Deborah (judici 5:17) si afferma che Dan andò ad abitare sulle navi. Dan (giudice,capo) era nato nel 1737 a.C., l’Esodo avvenne nel 1278 (ma qualcuno dice prima: 1587, noi teniamo per buono 1278, all’epoca di Ramses II). La tribù di Dan seguì Mosè con 62.700 uomini atti alla guerra, Ephraim con 40.500 e Manasse con 32.200. Un rapporto su Manasse di circa 2 a 1 e su Ephraim di circa 3 a 2. Considerando che la differenza di età fra loro era minima (Dan era più vecchio di Manasse di circa cinque anni e di Ephraim di tre anni) dobbiamo pensare che Dan e i suoi discendenti erano stati prolifici in modo superbo! Siamo portati quindi a pensare che alla tribù si sia aggiunto un altro contingente abbastanza numeroso di persone per gli scopi che abbiamo immaginato, cioè quei mercenari esperti nell'’arte della guerra che avrebbero dovuto scortare gli Ebrei nel loro viaggio avventuroso verso la Terra Promessa. Ciò spiegherebbe il fatto che la tribù di Dan non era molto incline a seguire la Religione di Mosè ma, appena pote- va, “ricadeva nell’idolatria”. Dal Libro dei Giudici: “La tribù di Dan non si era ancora stabilita, ma occupò Canaan. Mandarono 5 forti guerrieri a esplorare, lì trovarono un sacerdote levitico dei loro (di Israele, N.d.A.) a casa di un certo Milcah e gli chiesero come mai si trovasse da quelle parti, egli rispose che Mil- cah lo pagava per fare il sacerdote nella sua casa e per la sua gente. Essi gli chiesero se Dio era con loro, egli rispose che avevano la Sua benedizione. Proseguirono e trovarono una ricca città abitata da gente pacifica. Tornati dai loro, riferirono quanto visto e i figli di Dan si armarono in seicento e partirono. Giunti presso Cariath-jarim si fermarono e posero il campo e diedero a quel luogo il nome di campo di Dan. Poi proseguirono e giunsero alla casa di Milcah dove trovarono ancora il giovane levita. Alcuni di loro presero le statue, l’Ephod e gli idoli e con dolci parole chiesero al giovane di seguirli dicendogli che era meglio fare il sacerdote per un’intera tribù che per un uomo solo. Egli convinto li seguì, ma Milcah con la sua gente inseguirono i figli di Dan per farsi restituire gli idoli e il sacerdote. Ma i Principi di Dan dissero loro di non osare più proferir parole nei loro confronti, se non volevano avere contro uomini corrucciati e dediti alla guerra. Così proseguirono verso il paese di Lais che conquistarono distruggendo la città e passando a fil di spada gli abitanti. Da allora Lais si chiamò Città di Dan e Jonathan e la sua stirpe diven- nero i sacerdoti dei loro idoli.” (giudici XVIII (NdA: Jonathan era nipote di Mose). Anche questa parte di tribù rimasta, dunque, appena poté, si staccò dal resto di Israele e si die-de agli antichi culti “idolatri”. La vicinanza dei porti fenici li indusse a stringere alleanza con le popolazioni di Tiro e Sidone con le quali in seguito solcheranno il Mediterraneo, mischiandosi ai loro antichi fratelli allontanatisi dopo l’arrivo nella Terra Promessa. Ma dove potevano essere giunti i figli di Dan una volta allontanatisi dai loro fratelli di Israele? L'’abitudine di Dan a lasciare la traccia come il serpente, ci aiuterà non poco a ritrovarne il cammino percorso.

 Durante il regno di Ramses II l'’Egitto è al massimo del suo splendore, è uno dei grandi imperi dell’epoca insieme a quello Miceneo e a quello Ittita. Nei suoi confini abitano altri popoli e fra questi gli Habiru (Ebrei) che la Bibbia chiama Israele, alcune tribù di razza semitica arrivate in Egitto al seguito degli invasori Hiksos e per questo poco benvolute dagli Egiziani. Sono un popolo in prevalenza di artigiani, Ramses se ne serve per costruire la sua nuova capitale, Pi-Ramses. Essi fabbricano mattoni crudi e piastrelle di ceramica, non si occupano certo di arte militare, sono sottomessi e incapaci a ribellarsi. Finché tra loro arriva un “salvato dalle acque”,un messia: Mosè. Egli è un principe egiziano vicino alla famiglia reale, sicuramente un alto dignitario e probabilmente un generale a capo di uno dei tanti reparti di mercenari di stanza in Egitto, ricordiamo che il nome Mose era abbastanza comune in Egitto, il significato preciso è: fanciullo, di solito il termine Mose era accostato al nome di un Dio quando si trattava di fanciullo di nobili origini. Abbiamo quindi: Toth-Mose (Tuthmosis), Ra-Mose(Ramessu,Ramesse), Amon-Mose (Amose), cioè: il fanciullo di Toth, il fanciullo di Ra, il fanciullo di Amon, vale a dire: “il Dio Toth, Ra, Amon… ha dato un fanciullo”; un termine quindi che equivaleva a bambino, figlio. Il significato Biblico di “Salvato dalle acque” fu creato ad hoc per legittimare la grandezza di un condottiero di Popolo quale egli diventò e, per farlo, l’accostamento al più grande condottiero dell’Antichità, Sargon di Akkad, poteva avvenire solo paragonandone la nascita e l’ascesa al potere. Anche Sargon fu “salvato dalle acque” da un dignitario di corte di una città semitica di cui divenne re, muovendo poi alla conquista di un impero, il primo grande impero della storia. Mosè quindi, caduto in disgrazia probabilmente per aver ucciso un egiziano, o più probabilmente perché seguace di Athon, il Dio messo al bando dopo la morte di Amenophe IV, si mette a capo di queste tribù semitiche rese schiave in terra straniera e della minoranza religiosa cheseguiva ancora il Culto di Aton e li conduce fuori dall’Egitto. L’impresa non è facile, ma egli ha l’aiuto del Dio di Israele e anche, crediamo, molte conoscenze scientifiche alle quali era stato probabilmente iniziato per la Ramses li aveva avuti al fianco nella battaglia di Qadesh, forse proprio al comando di Mosè. Ma essi erano in Egitto già dai tempi di Amenophis III, se non addirittura dall’invasione degli Hiksos (che secondo alcuni studiosi facevano parte anch’essi dei Popoli del Mare). Il nome Sher-Dan (SRDN) significa principi di Dan. È una coincidenza strana che sua qualifica di principe. Cerca di convincere con l’astuzia il faraone a lasciar andare il suo nuovo popolo forse a offrire un sacrificio nel deserto, cosa che gli riesce con le buone o con le cattive. Caricati vecchi, donne e bambini sui carri, ordinate alla meglio le schiere dividendole per tribù secondo le origini, dopo aver debitamente depredato gli egiziani del l’oro e dell’argento e averne ricavato altro dalla vendita di case e terreni, essi si mettono in marcia. Ma come può un popolo di mattonai affrontare le popolazioni ostili che sicuramente incontreranno sul loro cammino? 



Mosè trova la soluzione nella tribù di Dan, in cui fa confluire qualche reparto di mercenari di stanza sul Delta e con i quali aveva sicuramente rapporti di amicizia o che aveva addirittura avuto sotto il proprio comando. Cosa lo porta a scegliere i Shardana lo possiamo quindi ipotizzare in questo modo: i Shardana erano acquartierati sul Delta, mentre una parte di loro componevano la guardia scelta del Faraone. Vedi sotto: Abu Simbel, guardia scelta shardana I quattro centrali) a Qadesh.



Ramses li aveva avuti al fianco nella battaglia di Qadesh, forse proprio al comando di Mosè. Ma essi erano in Egitto già dai tempi di Amenophis III, se non addirittura dall'invasione degli Hiksos (che secondo alcuni studiosi facevano parte anch'essi dei Popoli del Mare). Il nome Sher-Dan (SRDN) significa principi di Dan. è una coincidenza strana che essi portassero il nome del figlio di Giacobbe che amava l'arte della guerra. Possiamo solo ipotizzare che i Shardana, come gli Ebrei (Ossia quelle tribù che poi formarono il popolo ebraico), arrivarono in Egitto intorno al 1700 a.C. con l'invasione degli Hiksos, quindi c'era sicuramente un legame fra i due gruppi. Questo spinse Mosè a convincere i Shardana a unirsi all'impresa, magari con la promessa che una volta giunti a destinazione avrebbero potuto imbarcarsi per far ritorno nella loro patria d'origine: la Sardegna! Cosa che avvenne regolarmente. Mosè, benedicendo il suo popolo disse di Dan "egli è un cucciolo di leone, non vuole sostare, ma deve andare avanti". (Deutor.33:22). E nel libro dei Giudici si legge anche (5:17) "E Dan abitava sulle navi". Hecateus di Abdera dice che gli Egiziani espulsero gli stranieri che si trovavano nel loro territorio. Alcuni di loro, con i loro capi Danao e Cadmo, migrarono in Grecia, altri in altre regioni, ma il maggior numero in Siria Palestina, è praticamente quanto racconta lo stesso Diodoro Siculo (Bk 1, XXVIII, 1-5). E ancora, Celso (Contro i Cristiani): "Gli Ebrei, Egiziani di stirpe, hanno lasciato l'Egitto perché si ribellarono allo Stato Egiziano e perché disprezzavano la consuetudine religiosa (egiziana)". Il riferimento ad Akenaton e al suo Culto eretico è forte. Un'ipotesi sicuramente affascinante. Proviamo a capire come poteva essere composta questa moltitudine eterogenea, che la Bibbia ci presenta come un unico, ma indisciplinato popolo. Lo analizziamo per tribù. Abbiamo già accennato che: Da Lia nacquero, secondo la Bibbia: - Ruben, Giuda e Simeone. Probabilmente gli appartenenti alle tribù con questo nome sono da classificare come discendenti da quelle tribù semitiche insediatesi in Egitto all'epoca dell'invasione degli Hiksos e quindi odiate dal popolo egiziano, che però se ne serviva per la loro abilità artigianale, soprattutto in campo edilizio. Mosè si rivolse a loro con la promessa di condurli in una Terra più ricca e senza padroni. - Levi. Gli appartenenti a questa tribù sono sicuramente i fedelissimi di Mosè, perché altri non erano che i suoi compagni e fratelli di religione. Mosè li adibì al Culto da lui instaurato anche perché già praticanti la religione egizia di Aton, poi diventata religione di Jahwe. Erano chiaramente egiziani. - Issacar. In questa tribù vennero inclusi mercenari di stanza in Egitto, appartenenti ai Popoli del Mare, Tjeker per la precisione. - Zabulon. Anche in questo caso vennero inclusi mercenari appartenenti ai Popoli del Mare. Gli studiosi parlano di Danai, preferibilmente di Sher-Dan. Giacobbe: "Zabulon abiterà sul lido del mare e dove le navi hanno stazione, si estenderà fino a Sidone" (Genesi 49:13). Da Rachele nacquero: - Giuseppe e Beniamino, per volere di Giacobbe furono inclusi i figli di Giuseppe: Ephraim e Manasse. Tutti da classificare come discendenti delle stesse tribù semitiche su nominate. Da Billah, schiava di Rachele, nacquero: - Dan e Nephtali. Nephtali, di origini semitiche, mentre nella tribù di Dan furono inclusi la maggior parte dei mercenari Shardana amici del principe-generale Mosè. Da Zelpha, schiava di Lia, nacquero: -Gad e Aser. Gad di origini semitiche, mentre ad Aser si aggiunse un contingente di Tjeker, mercenari appartenenti alla coalizione dei Popoli del Mare, che sappiamo storicamente insediati in Palestina tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XII a.C. Aser sostava al lido del mare e si tratteneva nei porti. (Giudici: V-17, Cantico di Deborah). Tutta questa assortita e indisciplinata moltitudine Mosè cercò di trasformare in un'unica Nazione e sappiamo con quali difficoltà. Per prevenire le rivolte e le insubordinazioni, per difendersi da attacchi esterni di popolazioni ostili, il furbo condottiero si servì spesso dei mercenari Tjeker e Shardana.
Modellino in bronzo di ARCA ritrovato in Sardegna (II Millennio a.C.).

Parte quindi della tribù di Dan, una volta giunti nella Terra Promessa, raggiunsero i porti di Sidone e delle altre città costiere e si imbarcarono alla volta della loro antica Patria. Arrivati a destinazione fecero come Ulisse una volta rientrato in patria: ripresero il mare per altre avventure! E questa volta si volsero alle terre del Nord. Cosa poteva chiamarli in questi territori, per molti sconosciuti e inospitali, non sappiamo. Certo che, per la loro abitudine a lasciare tracce del loro passaggio dappertutto, come il serpente, oggi possiamo almeno sapere dove si stabilirono. Sappiamo dagli Egizi che nell'ultima tremenda invasione verificatasi mezzo secolo dopo questi avvenimenti, intorno al 1200 a.C., insieme a Shardana, Thursha, Shakalasa, Liku, Libu ecc., stavolta ci sono altri popoli che vengono dall'estremo nord dell'Europa. I Greci li chiamavano anche Iperborei e dicevano adorassero il dio Apollo, cui dedicavano templi e altari megalitici, a volte di forma circolare, come Sthonenge, ma anche come Circuitus in Sardegna presso Laconi, in una località chiamata stranamente Stunnu, un vocabolo dal suono incredibilmente simile al primo. Il nome di questi nuovi alleati: Saksar (Sassoni?) e Danen(!), o Danuna. Vedremo che non si tratta dell'unico richiamo al nome di Dan che noi troveremo nelle terre del Nord.

Incisioni rupestri in ScanDINavia navi simili alle navi Shardana (Tuatha de DANa) II Millennio a.C..
Tuatha de Danan è il nome degli antichi abitatori dell'Eire, l'attuale Irlanda. Intorno a questi favolosi colonizzatori delle terre del Nord esiste tutta una mitologia, che riporta addirittura al mito di Atlantide e a Troia (Goffredo di Monmouth: History of the kings of Britain). Ma andiamo con ordine: intorno al 1180 a.C. e comunque nell'età del bronzo sarebbero avvenute le prime colonizzazioni (Myles Dillon e Nora Chadwick), o addirittura intorno al III millennio (Leon E. Stover). Se prendiamo per buona la prima ipotesi, vediamo che coincide con l'ipotesi Esodo: abbiamo detto che la data più attendibile per l'Esodo è quella riferita al regno di Ramses II, cioè il 1278 a.C., considerando 40 anni di deserto, siamo al 1238 a.C., i Shardana (o la tribù di Dan) si imbarcarono dai porti della Fenicia, dopo l'arrivo nella Terra Promessa, verso la loro patria d'origine. Immaginiamo il loro arrivo nell'Isola e l'accoglienza dei loro fratelli. La Sardegna risulta abitata in quell'epoca dal potente popolo Shardana e da una popolazione meno progredita, stabilitasi all'interno con buona pace degli stessi Shardana che preferivano abitare le coste e praticare l'attività marinara. L'Isola quindi era densamente popolata e il gruppo di Daniti preferì proseguire oltre. Toccarono la Corsica, le Baleari (Nure, toponimo decisamente sardo è l'antico nome di Minorca), sbarcarono nelle coste dell'attuale Catalogna (dove esiste ancora diffusissimo il toponimo Sardana), risalendo verso le isole del Mare del Nord Atlantico e del Baltico. Restarono probabilmente in contatto con i consanguinei del Mediterraneo, tant'è che li ritroviamo subito dopo nella grande invasione, col nome di Danen, o Danuna, a fianco di Shardana, Thursha, Libu ecc. intorno al 1200-1100 a.C. Precisando quindi che avvennero diverse migrazioni che dall'Egitto si diressero prima in Asia Minore e poi verso il Mediterraneo Occidentale e verso l'Europa Centrale, quindi verso le Isole del Nord, potremmo dire che: A metà del III millennio (2300-2000 a.C.) avvengono in Irlanda e isole limitrofe le prime colonizzazioni da parte di Popoli sconosciuti (Leon E. Stover), ma già a inizio del II millennio arrivano altre Popolazioni dall'Oriente. Quindi, dopo il primo insediamento (2300-2000 a.C.), dovuto forse alla prima migrazione di popoli mesopotamici, a seguito di una carestia durata 300 anni (periodo di Abramo?), arrivano le altre colonizzazioni: - I Nemedians colonizzano l'Irlanda e le isole vicine, la tradizione li dice discendenti di Giacobbe, migrati dall'Egitto durante la carestia biblica di Giuseppe (circa il 1700 a.C.). I Nemedians dominano fino al 1500 circa . Sempre nello stesso periodo Israele dimora in Egitto. - I Fomori, pirati arrivati dall'Africa, sconfiggono i Nemediani, alcuni dei quali fuggono in Grecia, tornando in seguito col nome di Firbolgs, istituendo la prima monarchia e dividendo l'Irlanda in cinque province. - I Tuatha de Danan (1220-1180 a.C.) sottomettono i Firbolgs. Facile riconoscere in essi i Sher-Dana dell'Esodo, il nome ha, infatti, il significato di "Gente di Dan, Tribù di Dan". Secondo la tradizione praticavano le arti magiche. La mitologia irlandese dice che appena sbarcati bruciarono le loro fantastiche navi. Navi che i loro discendenti, i Vichinghi, proveranno in seguito a imitare, riuscendoci in parte.

 dLeonardo Melis
shardanaleo@shardana.org
www.shardana.org

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