domenica 10 novembre 2013

IL MITO DI OSIRIDE - Il culto dei massimi déi dell' Egitto in Sardegna

Articolo tratto da
IL LIBRO DELLE SFINGI
Il culto dei massimi déi dell' Egitto in Sardegna
di Gennaro Pesce
Editrice Sarda Fossataro


Quando lo storico greco Erodoto (circa il 450 a.C.) visitò l`Egitto, notò che, nell`immensa folla di déi, adorati in quel paese, il più popolate era Usire, chiamato da lui, alla greca ovviamente, Osiris, e da noi Osiride. Questo dio si narrava una storia terribile, ma a lieto fine. Eccola.

Geb e Nut

 Osiridel
 Nato da Geb (il dio - terra) e da Nut (ia dea - cielo) in uno dei cinque giorni complementari dell'anno, (*) Osiride diventò signore del mondo e trasse gli Egiziani dallo squallido stato di vita bestiale, in cui si trovavano. Insegnò loro i frutti della terra, fece loro conoscere le leggi e li educò a rispettare gli Déi. Poi viaggiò per il mondo, civilizzando il resto del genere umano.
Ma suo fratello Seth, ingelosito per l'amore, che Osiride ispirava agli uomini, meditò di sopprimerlo. Si assicurò la cooperazione di settantadue complici ed, esattamente misurata la statura di Osiride, fece costruire un cofano in legno di cedro, splendidamente ornato, e ordinò che fosse portato nel bel mezzo di un festino.

 I convitati, stupiti ed entusiasti, mostrarono il desiderio di
Seth
possederlo. Seth disse loro, sorridendo, che avrebbe donato il cofano a chi lo avesse riempito completamente con la sua persona. Ogni convitato fece la prova, che non riuscì, Da ultimo Osiride vi si distese dentro e lo riempì del tutto. Subito i convitati si precipitarono sul cofano, ne abbassarono il coperchio e chi lo chiuse con chiodi, chi lo sigillò con piombo. Poi il cofano, portato al fiume, fu fatto scivolare nell’acqua e la corrente lo trasportò fino alla foce del Delta e oltre, nel mare.
Le onde sospinsero il cofano alla riva della città di Biblo nella Fenicia (oggi territorio dello Stato del Libano), a piè di un tamarisco il quale, crescendo con straordinaria rapidità, lo incorporò completamente nel suo tronco. Fatto abbattere dal re di Biblo Malcandro, il quale se ne servì per far puntellare il tetto del suo palazzo, questo albero emanava un profumo insolitamente squisito.


Iside (fig. 10), sorella e sposa di Osiride, il cuore trafitto dal dolore, andò cercando il suo sposo
assassinato, peregrinando per tutto l’Egitto, finché le giunse sentore dell'esistenza del miracoloso tamarisco nella reggia del re Malcandro.

da http://www.antika.it/004339_iside.html
fig.10

 Intuito il significato di questo fenomeno, Iside si recò subito a Biblo, dove non si fece conoscere per quella che era. Ed io ricordo di essermi soffermato a lungo, con commozione, davanti al <<point d'eau >> - come lo chiama il mio amico, l'illustre archeologo francese Maurice Dunand, scavatore di Biblo - cioè il pozzo, sull’orlo del quale si assise la Dea affranta, stanca e assetata!
 La regina Astarte l‘assunse come balia del proprio neonato. Iside voleva renderlo immortale, ma ne fu impedita dalla regina. Questa infatti, entrata improvvisamente, vide che il suo bambino era immerso nel fuoco dalla << balia >>  urlò per il terrore e così ruppe l’incantesimo. Il passare il bimbo per il fuoco, infatti, era un rito magico di purificazione. Per tranquillizzare la regina, Iside le si rivelò e dichiaro il motivo della sua venuta a Biblo, Ottenuto l’albero miracoloso, ne trasse fuori il cofano, ch'ella bagnò con le sue lacrime, e se lo riportò in Egitto, dove lo nascose nella palude di Buto nel Delta, per sottrarlo all’infame Seth. Ma questi, scoperto il nascondiglio, dilacerò il cadavere del fratello in quattordici pezzi, che sparse per tutta la Valle del Nilo.
Senza scoraggiarsi la vedova cerco e trovò tutti i brandelli, eccettuato il membro virile, (**) perché un ossirinco, pesce del Nilo, l`aveva mangiato per ghiottoneria; perciò gli ossirinchi furono maledetti in perpetuo.
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(*) L'annno egiziano era di 12 lunazioni complete (come, più tardi, quello del calendario del re romano Numa Pompilio). I ' giorni in più erano quelli di Osiride, lsde, Seth, Horos e Nefti. Vedremo via via chi era ciascuna di questa divinità. 
(**) ln seguito, usando un termine del linguaggio filologico e non urtante per certa categoria di lettori, lo chiamerò fallo, dal greco phallòs, significante, per l'appunto, l'organo, sessualmente distintivo del corpo umano virile ed insieme la sua imitatzione in legno di fico o in cuoio che, nel mondo greco antico, era portata in processione, come simbolo della forza fecondatrice della natura, durante le feste in onore del dio della vegetazione Diòniso.
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 ln questa ricerca la dea fu aiutata dal dio - coccodrillo Suchos (fig. 37).
 Ricomposto abilmente,  pezzo per pezzo, il corpo dello sposo e postogli un fallo posticcio di legno di sicomoro, lside, con l'aiuto della sorella Nephtys, del dio delle tombe Anubis (fig. 35) e di Thot, il dio (fig. 22) della sapienza e della magia, celebrò solennemente i funerali con alte lamentazioni e incantesimi, ventilò il viso del morto con le sue ali, ridandogli il soffio vitale e praticò, per la prima volta, il rito della imbalsamazione sul corpo dello sposo, assicurandogli una vita perpetua. lnfatti Osiride risuscitò e fu il dio dei morti.
fig. 37
 Allora Iside si ritirò nella palude di Buto per allevare un bambino (fig. 36), che ella aveva concepito giacendo, in forma di sparviero, sul cadavere del consorte. Il bimbo si chiamò Horos o Hòro (fig. 37) e fu tenuto nascosto affinché non cadesse vittima delle insidie di Seth.
fig. 36
fig. 22

fig 37

 Cresciuto, Horos, per vendicare il padre, mosse guerra allo zio. Durante la battaglia Seth cavò un occhio ad Horos, ma Thot glielo ritrovò e — primo oculista, benché mitico, di cui abbiamo notizia -  lo rimise al suo posto. Come contropartita Horos evirò Seth. Infine lo debellò. Seth calunniò il nipote davanti all'assemblea degli dei, il tribunale divino emise sentenza di assoluzione con formula piena a favore di Horos e stabili che l'universo fosse diviso fra Horos e Seth. Poi, col passare del tempo, il dio Seth si dileguò, tuonando, verso il cielo, ed Horos rimase il Signore del mondo dei vivi, mentre Osiride fu il Signore del mondo dei morti. Ma la figura di Osiride prevalse su quella di Horos, nel senso che Osiride, oltre ad essere considerato il dio dei morti, era anche il dio dei vivi in quanto ogni vivo è destinato a morire.
fig. 35



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