mercoledì 11 aprile 2012

VESTIGIA NEOLITICHE prima parte

I dolmen sono formati da grosse pietre infisse al suolo sovrastate da una lastra orizzontalee disposte in modo tale da formare un ambiente circolare o quadrangolare.Spesso,almeno quelli piu' antichi,sono ricoperti di terra e varie pietre inflitte li circondano per impedire lo slittamento del cumulo(di questo tipo sono,per esempio,i dolmen rinvenuti nelle vicinanze di Arzachena).
Adibiti a sepolcri collettivi che riecheggiano origini orientali,sul finire dell'eta' del bronzo questi particolari monumenti subirono un'evoluzione dando origine alla forma piu' modernadella tomba a corridoio(di cui,peraltro,rimane un unico esempio significativo, quello di Motorra ,presso Dorgali).
Rispetto ad altre vestigia prenurargiche,essi sono in numero piu' limitato e si concentrano quasi esclusivamente nella parte centro-settentrionale dell'isola.
I menhir,diffusissimi su tutto il territorio della Sardegna,sono costituiti da grandi pietre di forma allungata initte verticalmente nel terreno.Sono spesso rozzamente lavorati e possono raggiungere un'altezza massima di sei metri e mezzo (menhir della Madonna di Loreto,presso Mamoiada).
Primo esempio di arte religiosa in Sardegna,forse in origine erano dei lignei pali totemici che nella magia paleolitica simboleggiavano il rito sacro della fecondazione.

 I menhir ricalcano in forma imponente ed astratta le immagini delle divinita' tipiche di una religione animistica e naturalistica incentrata sull'idea che la materia fisica fosse animata da spiriti invisibili.
L'uomo neolitico credeva nel mana della pietra,la forza misteriosa dello spirito che l'abitava e che si esprimeva in tutta la sua efficacia solo nella materia nuda e intatta.
La mancanza di lavorazione nelle prime statue-menhir risalirebbe pertanto ad una sorta di tabu' diretto a preservare la magia degli idoli di pietra.


I menhir di epoca successiva si presentano invece ricchi di particolari iconici,simboli divini che alludono alla sessualita' feconda.Essi sono legati al culto della Dea Madre,che e' rappresentata sia nelle statue antropomorfe (come quella di Serra is Araus,a San Vero Milis,e di sa Perda Fitta,a Serramanna);sia in quelle coniche semplici;sia ,ancora,in quelle che recano incavi simulanti i seni e che in alcune pietre si trovano moltiplicati,fino in numero di dieci,forse per indicare maggior forza fecondatrice nella divinita' (su Forconi de Luxia Rabiosa,a Pompu,e il menhir di Genna Prunas,presso Guspini).


(dal libro 'Luoghi ed esseri Fantastici della Sardegna"                            edito da L'UNIONE SARDA,scritto da B.Vigna-G.Caprolu,con illustrazioni di P.L.Murgia)

Nessun commento:

Posta un commento