
La Dea Madre era la divinita' della maternita' e dell'amore.Di origini orientali (Anatolia - Mesopotamia) essa era verenata in tutto il Mediterraneo.identificata forse con la luna,considerata simbolo della fertilita' e della rigenerazione della vita,questa dea rappresentava la logica espressione spirituale di un popolo ancorato ad una struttura sociale di tipo matriarcale,la cui soppravvivenza era legata ai cicli dell'anno agricolo.
Intorno a queste pietre si ritiene che si riunissero le donne per compiere danze licenziose che avevano lo scopo di propiziare la fecondita'.
Le pietre infitte recanti segni femminili e maschili si trovano spesso accoppiate e si accompagnano quasi sempre a monumenti religiosi e funerari.La coppia divina,infatti,doveva segnare la sacralita' del luogo,ergendosi quale simbolo di custodia e protezione.Tale significato hanno certamente il maestoso menhir che si trova presso la necropoli di Montessu,nel Sulcis o i betili che si affiancano,anche in numero di sei,alle tombe dei giganti(Tamuli,presso Macomer,e Curvas,presso Dualchi);oppure le due pietre infitte,una di roccia bianca calcarea e l'altra di arenaria ross (identificabili probabilmente con il sole e la luna) che si elevano nel luogo alto di Monte d'Accoddi,tra Sassari e Porto Torres.
Forma piu' moderna di menhir,dai quali si differenziano per le dimensioni piu' ridotte,i betili sono per lo piu' scolpiti nel basalto e presentano talvolta numerosi incavi,come a raffigurare i molteplici occhi della divinita'.(dal libro 'Luoghi ed esseri Fantastici della Sardegna" edito da L'UNIONE SARDA,scritto da B.Vigna-G.Caprolu,con illustrazioni di P.L.Murgia)


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