martedì 3 settembre 2013

I Neanderthal erano navigatori? - Occhio sul Mediterraneo

da www.dailygreen.it
da www.lsdmagazine.com

L'immagine scimmiesca utilizzata anni fa per descrivere l'uomo di Neanderthal, non e' piu' coerente con le nuove realta' archeologiche: è noto che questa linea evolutiva, seppur separata dall'essere umano moderno, possedeva il fuoco, diverse forme di comunicazione, intratteneva scambi commerciali con i più recenti ed evoluti sapiens, fino addirittura ad incrociarsi con l'uomo anatomicamente moderno, e per certo, fu il primo artista della storia. Una serie di recenti scoperte nelle isole del Mediterraneo hanno suggerito anche l'ipotesi che i Neanderthal fossero in grado di costruire barche e navigare, spostandosi in lungo e in largo lungo sul mare fino a coprire distanze di centinaia di chilometri. "Devono aver necessariamente utilizzato un qualche tipo di imbarcazione; e' difficile pensare che abbiano percorso queste distanze a nuoto" spiega l'archeologo Alan Simmons della University of Nevada. "Molte delle isole non hanno ponti naturali con cui raggiungerle, per cui gli antichi esploratori dovevano possedere la capacità di costruire navi e le conoscenze per sapere dove condurle". Fino ad ora, l'archeologia si è concentrata quasi esclusivamente sui resti neolitici presenti sulle isole del Mediterraneo. "Su moltissime isole, ci sono incredibili resti di antichità classiche, per cui per molti anni nessuno ha cercato siti più vecchi" sostiene Simmons. Nelle ultime due decadi, tuttavia, sono emerse le prove che alcune isole siano state popolate fin da tempi ben precedenti al Neolitico: alcuni ritrovamenti sulle isole di Melos e di Cipro hanno rivelato artefatti risalenti a 11-12.000 anni fa. "Abbiamo scoperto le prove che alcuni cacciatori umani possano aver condotto all'estinzione gli ippopotami pigmei di Cipro circa 12.000 anni fa. Questo suggerisce che gli antichi navigatori non dovevano già possedere piante e animali addomesticati da portare su queste isole, cosa che rappresenta un complesso bagaglio di "trucchi", ma potrebbero essere stati semplici cacciatori-raccoglitori". "L'idea generale era che nessuna delle piccole isole del Mediterraneo ospitasse insediamenti prima del Neolitico perché erano troppo povere di risorse naturali per supportare un'occupazione permanente. Questo è probabilmente falso. I cacciatori e i raccoglitori possono diventare molto creativi". I suoi manufatti sono stati trovati in territorio greco sia sulla terraferma che sulle isole maggiori come Lefkada, Cefalonia e Zacinto. La spiegazione può essere duplice: o a quel tempo le isole erano collegate alla terraferma, perciò non erano isole, oppure i nostri antenati hanno attraversato il mare in qualche modo. George Ferentinos, dell'Università di Patrasso, dice che possiamo escludere la prima ipotesi perchè è certo che le isole esistevano già. Le acque in quell'area erano profonde almeno 200 metri; oggi sono 300 i metri, ma 100.000 anni fa per effetto della glaciazione le acque si sono abbassate di un centinaio di metri. Ferentinos è convinto che i Neanderthaliani abbiano accumulato decine di migliaia di anni di esperienza sul mare, mentre l'uomo moderno si pensa abbia raggiunto l'Australia via mare non prima di 50.000 anni fa. I viaggi dalla terraferma greca alle isole duravano poche ore ma, secondo Thomas Strasser del Providence College dell'isola di Rodi, i Neanderthaliani non si sono limitati a queste piccole tratte. Nel 2008 sono stati rinvenuti i loro attrezzi di pietra, databili a 130.000 anni fa, sull'isola di Creta. E Creta è certamente un'isola da almeno 5 milioni di anni e la terraferma più vicina è a 40 chilometri. Uno non si avventura per una tratta così lunga in mare aperto se non sa navigare e decidere la direzione. Probabilmente le loro barche erano tronchi svuotati con dei bilancieri per renderle stabili. Certamente non hanno fatto a nuoto 40 chilometri come è certo che non sono stati i primi ad andare per mare: un milione di anni fa l'Homo Erectus navigava tra le isole Indonesiane del mare di Flores!
Alcuni reperti indicherebbero date ben precedenti per la colonizzazione umana delle isole mediterranee: una serie di artefatti di pietra rinvenuti a Creta indicherebbero date superiori ai 110-170.000 anni fa, il periodo in cui si presume abbia avuto origine l'essere umano anatomicamente moderno. Sarà necessaria ancora molta, moltissima ricerca per scoprire la vera storia delle migrazioni umane. Uno dei problemi fondamentali è la datazione: gli artefatti di Creta vanno ben oltre le capacità di datazione del radiocarbonio, e la collocazione temporale di questi oggetti basata sulla stratificazione del terreno non aiuta a stabilire con certezza il periodo in cui furono realizzati. Non sono ancora state trovati, inoltre, resti di imbarcazioni primitive, probabilmente realizzate in materiali deperibili (come il legno) che non hanno resistito al passare del tempo.

 fonte:University of Nevada

da http://portalemisteri.altervista.org/blog/

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